L’Adventure Photography, o al principio, l’avventura, di fatto, è partire senza sapere a cosa si andrà incontro.
Per questo motivo spinge da millenni gli uomini verso ciò che non è conosciuto, ignoto: da Ulisse fino a Corto Maltese, da Cristoforo Colombo fino a Salgari. Fino ad arrivare all’avventuriero che è in ognuno di noi, eterno bambino alla ricerca di qualcosa che lo stupisca e lo catturi. Quasi come fossimo quegli eroi che si leggono sui libri d’avventura, che popolo saghe e viaggi lontani.
Per questo, il fotografo è come un avventuriero. Perché parte, spesso senza sapere cosa vedrà, con solo la sua macchina fotografica. Una moderna lente da cui guardare posti sconosciuti ed esotici. In questi scatti ci sono i miei viaggi, in particolare quelli in Birmania, nella giungla Karen. Un lembo di terra meraviglioso con colline di grano sterminate e foresti fitte di alberi da frutta e insetti velenosi. Dove c’è sempre qualcosa da vedere e da scoprire. Dove l’avventura si unisce alla spiritualità.
Oggi tutti parlano di avventura. Avventura è una parola presente ormai in ogni discorso. Effettivamente le si attribuiscono troppi significati, spesso perdendo di vista quello vero.
Per me avventura è tutto ciò che non è organizzato e dà spazio all’immaginazione, all’inventiva, al caso, alla nostra fantasia.
Walter Bonatti